IL GRANDE MALATO TORNA A CASA: LA SANTA SEDE OSPEDALIERA E L’ULTIMA PROCESSIONE DEL VICARIO (Rapporto ufficiale di Iosif Nemesi)
Roma, 27 marzo 2025. Papa Francesco è stato dimesso dall’ospedale. Il Vicario di Cristo, l’Uomo di Bianco Vestito, il Supremo Intermediario tra Cielo e Terra è tornato nel suo regno, camminando su gambe fragili come la Fede dei suoi sudditi.
Dicono che sia stato un ricovero precauzionale. Dicono che il Pontefice stia bene. Dicono. Ma i giornali, esperti nell’arte della perifrasi anestetica, tacciono sulle infermiere blindate, sulle flebo che sembrano croci rovesciate, sugli sguardi gelidi dei cardinali che sussurrano tra i corridoi del Policlinico Gemelli, come prelati che odorano la fine del pontificato.
Papa Francesco, il gesuita dallo sguardo stanco e dalle encicliche senza mordente, ha fatto una sosta alla Basilica di Santa Maria Maggiore. Ha pregato. Forse ha chiesto tempo. Forse ha chiesto perdono. Forse ha chiesto il permesso di morire in pace, lontano dai riflettori, dalle telecamere pronte a immortalare il suo ultimo respiro come un reality show ecclesiastico.
Ma il problema non è il Papa. Il problema è il Sistema.
Perché ogni Pontefice, oggi, è solo un paziente in attesa. La Chiesa è diventata un ospedale da campo, proprio come lui aveva profetizzato. Un ospedale dove i medici vestono da cardinali, dove gli infermieri parlano in latino e dove ogni stanza ha una finestra che dà su Piazza San Pietro, pronta per l’ultimo spettacolo, quello della fumata nera.
Lo abbiamo visto con Giovanni Paolo II, consumato dal tempo in diretta mondiale. Lo abbiamo visto con Benedetto XVI, deposto come un CEO in pensione. Lo vedremo di nuovo. Perché un Papa che si ammala è il trailer di un conclave che si prepara.
E allora via con i sondaggi segreti, le alleanze nelle catacombe del potere, le trattative tra il Vaticano e le superpotenze mondiali. Perché il successore non sarà solo un uomo di fede, ma un equilibrista geopolitico, un leader per tempi turbolenti. Chi verrà dopo? Un riformatore? Un conservatore? Un burattino?
Intanto, Francesco torna a casa. Ma chi lo aspetta?
La Chiesa, oggi, è una barca che affonda. E mentre i fedeli si allontanano, i lupi si avvicinano.
Non resta che aspettare. E guardare.
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