BREAKING – Blackout in Spagna, Portogallo e Francia: la corrente si rifiuta di collaborare con l’Occidente.

Fonti interne al Ministero della Verità confermano che il blackout che ha colpito Spagna, Portogallo e parte della Francia non è stato causato da un attacco esterno, bensì da una crisi di identità della corrente elettrica, stanca di essere sfruttata da un’Unione Europea che la usa solo per caricare monopattini, alimentare totem inclusivi e illuminare cessi gender neutral.

Pare che il primo cavo ad abbandonare il servizio sia stato un veterano della rete iberica, già provato da anni di maltrattamenti ideologici. “Ho fatto passare 40 mila volt per scaldare il tè alla soia e caricare le sigarette elettroniche dei parlamentari europei. Ora basta,” avrebbe detto prima di fulminarsi da solo in un gesto di protesta estrema.

Le prime indagini puntano il dito contro il Sole, colpevole di aver mandato troppa luce sui pannelli solari, causando una crisi di rigetto nel sistema fotovoltaico, il quale ha risposto spegnendosi per sovraccarico da entusiasmo climatico. “Troppa energia green tutta insieme crea dipendenza,” ha dichiarato il Commissario alla Transizione Ecologica, prima di inciampare su una presa multipla e provocare un blackout anche nel suo cervello.

Intanto, nelle strade delle città colpite, scene di ordinaria apocalisse: ascensori bloccati, supermercati al buio e centri benessere olistici trasformati in ring per lotte clandestine al lume di candela.

Ma c’è anche chi sorride. Gli esperti militari dell’Unione Europea parlano infatti di un vantaggio strategico senza precedenti in caso di conflitto con la Russia: “Non possono bombardare quello che già non funziona,” ha dichiarato un ufficiale della NATO tra gli applausi commossi di Ursula von der Leyen, mentre cercava di ricaricare il cellulare collegandolo a una bici a pedali.

Come sempre, l’Europa è un passo avanti. O meglio: è senza corrente, ma con la coscienza ecologica pulita. Un traguardo importante nel lungo cammino verso l’autodistruzione sostenibile.