Circolare n. 666/OBB - Lezione di obbedienza n. 32: “Come imparare a dire il contrario e ricevere applausi”


Cittadini del Ministero,
prendete posto. Oggi impariamo una lezione fondamentale per la sopravvivenza nel sistema armonioso del Grande Fratello: la coerenza è un crimine. La dignità è un peso morto. L’identità è un accessorio da cambiare come le mutande.

Chi vuol far carriera nel nostro mondo, deve saper dire tutto e il suo contrario, possibilmente nello stesso discorso. Ritrattare con disinvoltura, mentire con sincerità, negare l’evidenza guardando l’interlocutore negli occhi. È questa l’arte sacra del funzionario modello, del cittadino esemplare. La spina dorsale, nel nostro ordinamento, è un elemento di disturbo. Il servo perfetto è fluido, gassoso, impalpabile. Ma sempre disponibile.

Esempio pratico: la morte di Papa Francesco.
Mai occasione fu più didattica per osservare l’ipocrisia virtuosa degli agenti sociali. Una settimana fa, il Papa era un peso, un fastidio, un bersaglio. Oggi è un santo, un eroe, un profeta. Chi lo ha insultato per anni, oggi lo piange con lo stesso entusiasmo con cui prima lo crocifiggeva. E questo, cittadini, è il comportamento corretto.

Elenco esemplificativo e non esaustivo di alcuni nostri Eroi del Ribaltamento:

• Matteo Salvini: dal “Il mio Papa è Benedetto” a Pontida alle story di cordoglio su X, con tanto di emoji piangente e hashtag #RiposaInPace.

• Javier Milei: da “marxista in papal version” a “saluto la bontà e la saggezza nonostante le <<piccole>> divergenze”, con foto in bianco e nero e cuore spezzato.

• Marine Le Pen: da “ingerenza religiosa sui migranti” a “adesso prego per la sua anima”, in una story che profuma di rimorso preconfezionato.

• Cardinale Raymond Burke: da “tradimento della fede” a “ci uniamo al dolore universale” in un battito di ciglia clericale.

E non dimentichiamo le chicche b2b: influencer cattolici che lanciano raccolte fondi per un “museo della misericordia”, ex‑ministri che twittano hashtag da sponsor di una start‑up del cordoglio, e figli vip che postano foto d’archivio del Santo Padre bambino per creare engagement emotivo. Ci fermiamo qui, non serve aggiungere altre figure, ci siamo capiti.

Tutti bravissimi, tutti premiati con punti fedeltà nel nostro sistema di manipolazione avanzata. Continueranno a comparire in TV.

Qualcuno potrebbe obiettare, in merito ai nostri eroi del ribaltamento:"Solo i cretini non cambiano mai idea". E noi in verità vi diciamo:"Solo i veri servi cambiano idea a seconda del proprio tornaconto e delle nostre direttive".

Passiamo ora alla prossima possibile contestazione:"Ma Papa Francesco diceva cose scomode! Denunciava le guerre! Difendeva i poveri! Parlava di Gaza!"

Certo. Interpretava il ruolo del Papa, doveva pur farlo. Era comunque ciò che ci piaceva: un personaggio ribelle ma ben inserito nel sistema. 
Ad occhi superficiali poteva sembrare un problema eppure noi del Ministero lo lasciavamo fare. Perché sapevamo che su ciò che conta davvero lui non poteva fare altro che chinare il capo. Doveva obbedire. Sempre.

Quelle sue uscite pacifiste erano piccoli fuochi d'artificio, un rischio calcolato e accettato per dare un po’ di colore al grigiore delle nostre direttive. E la gente era contenta così, come sempre. 
Quanto sembrava libero, non è vero? Ottima performance equilibristica. 
Ci mancherà.

Lezione conclusiva:
Non può esistere, nel nostro mondo, una figura pubblica di rilievo che non segua la linea. Chi deraglia, viene corretto. Chi resiste, viene demolito. Chi esce dal copione, viene cancellato. A meno che – e qui sta il trucco – non impari a fare l’oppositore finto, il critico utile, la mascotte del dissenso controllato o, tutt'al più, impari a dosare: 80% di obbedienza e 20% di ribellione.

Come dite? Ci chiedete se Papa Francesco, alla fine, fosse proprio dei nostri o meno? 

Vi rispondiamo con una domanda: ha importanza? A voi, l'ardua sentenza, cittadini, tanto il risultato non sarebbe cambiato e comunque non ce ne frega un cazzo delle vostre conclusioni, delle vostre impressioni, delle vostre opinioni: l'importante è che obbediate.

Ora, uscite da qui e applicate la lezione.

Piangete chi odiavate.
Celebrate chi avete screditato.
E soprattutto: obbedite, anche quando fingete di protestare.

Il Ministero vi osserva. E vi premia. Ma solo se mentite bene.

Firmato:
Iosif Nemesi
Direttore del Dipartimento Obbedienza e Doppia Morale

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