Concludiamo le celebrazioni di questo 25 aprile pubblicando un articolo sull'antifascismo che piace alla gente che piace™️ scritto per noi da un luminare del pensiero corretto: Lorenzo Tosa.

Antifascismo è anche dire no ai fusilli: diario di una resistenza tenera e gluten free.

Di Lorenzo Tosa

Mi sono svegliato anche oggi. E già questo è un gesto antifascista. Ho fatto colazione con dei biscotti e mi sono chiesto: saranno forse nostalgici? In un mondo dove le brioches hanno inclinazioni ideologiche, la vigilanza non è mai abbastanza.

Trump urla, Musk twitta, Meloni governa. Ma sotto, molto sotto, scorre il fascismo. Un fascismo sottile, insinuante. Non quello in camicia nera, ma quello in camicia stirata male. Quello che si nasconde nei formati di pasta.

Perché sì, i fusilli sono autoritari. Hanno quell’arroganza elicoidale che non accetta il dissenso. I rigatoni? Militarizzati. Le penne lisce? Collaborazioniste.

E allora? Allora noi dobbiamo essere spaghetti. Fluidi, lunghi, antifascisti. Capaci di legarci agli altri senza piegarci.

Meloni è fascista. Lo è nei toni, nelle pose, nei discorsi che sembrano lettere aperte a un passato che non vuole morire. Ma il vero dramma è che è fascista anche nel modo in cui gira il sugo.

Quando Trump dice “stop alle armi”, non è pace: è tradimento. Quando Musk dice “pensiamo all’intelligenza artificiale”, io penso ai bambini ucraini che non possono giocare con ChatGPT. Quando Meloni parla di Patria, io sento odore di naftalina.

L’antifascismo oggi è una tisana presa col cuore pesante. È l’atto di scorrere i commenti di Salvini senza perdere la fede nell’umanità.
È dire sì all’Ucraina anche quando l’Ucraina non dice nulla. È ascoltare Zelensky come fosse una playlist su Spotify. È piangere mentre si clicca “donate now”.
È un pianto. Ma consapevole.

Perché il fascismo non torna mai uguale: a volte si presenta come gnocchetto sardo. A volte è Meloni.
E io, da antifascista, dico basta.
Basta rigatoni. Basta governo. Basta Musk.
Diamo voce ai cuori. Diamo spazio ai sentimenti.
Diamo un pugno di pasta all’indifferenza."

Nota del Ministero:
Attenzione: questo articolo può contenere tracce di logica. Ma è un errore di stampa. 

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