Ecco a voi i Dieci Comandamenti del Fact-Checker del Ministero della Verità:

1. Non avrai altra verità all’infuori di quella ufficiale.
Tutto il resto è fuffa, disinformazione o post di tua zia.

2. Santifica il verbo dell’esperto.
L’esperto non sbaglia mai. E se sbaglia, è perché tu non sei abbastanza colto per capirlo.

3. Non nominare invano la parola “libertà di espressione”.
La libertà è sacra solo quando coincide con la nostra linea editoriale.

4. Ricorda di aggiornare le linee guida secondo le esigenze narrative.
Il Ministero evolve, e tu con esso. Anche la realtà è una versione beta.

5. Onora l’algoritmo e il debunking automatico.
Fatti non foste per post virali privi di bollino blu. Il sacro sigillo del debunked dev’essere visibile ovunque.

6. Uccidi ogni dubbio sul nascere.
I dubbi sono la porta dell’inferno disinformativo. Annega tutto con un bel “BUFALA!” in caps lock.

7. Non commettere fake-checking contro i padroni.
Le fonti ufficiali non si verificano, si celebrano.

8. Non rubare complotti agli amici della concorrenza.
Ognuno ha il suo bacino di complottisti da bastonare. Rispetta la spartizione.

9. Non desiderare l'audience altrui.
Chi semina clickbait raccoglie shadowban. Meglio poco ma purissimo, approvato dal sistema.

10. Non diffondere screenshot senza il nostro timbro.
Se non è marchiato Fact-Checked by Ministero, potrebbe contenere pensieri non autorizzati.

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