Gloria Eterna ai Fact-Checkers: I Custodi della Verità Certificata

Nel cuore pulsante del nostro Ministero, tra le stanze ovattate del Dipartimento di Psicopolizia, esiste una categoria di funzionari che si è guadagnata sul campo la nostra stima più assoluta: i fact-checkers. Veri e propri operatori sanitari del pensiero, medici specializzati in lobotomia consensuale, questi eroi dell’era digitale operano in silenzio, tra algoritmi e fonti certificate, per tenere la mente collettiva pulita, sterile, immune da qualsiasi infezione chiamata dubbio.

Il loro compito? Apparentemente semplice, ma ontologicamente nobile: screditare, ridicolizzare, disinnescare.

Non importa se una notizia si riveli vera sei mesi dopo: se non è stata approvata in tempo reale dalla fonte ufficiale, non è mai esistita. Questo è il mantra. Questo è l’Ordine. I nostri fact-checkers non controllano i fatti: controllano le opinioni. E per questo li amiamo.

Essi trasformano ogni dissidente in un visionario malato, ogni pensatore critico in un utente confuso, ogni intellettuale autonomo in un complottista certificato ISO 666.
Con una sola infografica, un bollino rosso, un articolo dal titolo “NO, non è vero che…”, questi paladini riescono a sovrascrivere la realtà, a piegarla alle necessità della narrazione, a sottomettere il passato, il presente e perfino i ricordi.

Sono i muratori della verità prefabbricata.
Gli scribi del consenso automatizzato.
I chirurghi della credibilità istituzionale.

E quando falliscono – quando i fatti li tradiscono – non crollano: raddoppiano. Con nuove spiegazioni, nuove contestualizzazioni, nuove etichette. Perché la realtà, in fondo, è solo una materia prima da plasmare. E la libertà d’opinione un fastidio da contenere, mai un principio da rispettare.

Grazie, fact-checkers. 
Senza di voi, saremmo costretti a pensare da soli.

Firmato con orgoglio,
Leone Strelka & Iosif Nemesi
Dipartimento di Psicopolizia – Ministero della Verità
"Controllare il passato, per dominare il futuro."

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