Atto di richiamo diplomatico ufficiale al “Financial Times” per grave infrazione dell’Accordo Internazionale di Leccaculismo Sistemico nei confronti di Israele
A voi, pennivendoli del Financial Times,
con le vostre cravatte stirate e le dita ancora profumate di inchiostro indipendente (orrore!),
vi giunge questa missiva dal cuore dello Stato Profondo, dove l’ossigeno è limitato e la pazienza anche.
Pare abbiate osato.
Pare vi siate svegliati una mattina con la brillante idea di fare giornalismo.
Pare, soprattutto, che vi siate dimenticati chi comanda davvero.
Israele non si critica. Si teme. Si venera. Si sponsorizza.
Israele è il nostro garante di ordine, il nostro bastone elettrico nel Vicino Oriente, il cane da guardia di tutti i portafogli occidentali.
Quando Israele sgancia, Wall Street sorride. Quando Israele rade al suolo un ospedale, un fondo pensione guadagna un punto e mezzo.
Ogni bomba su Gaza è una benedizione sul debito pubblico USA.
E voi… vi permettete di scrivere “Gli Stati occidentali sono complici del massacro”?
Vi siete guardati allo specchio dopo averlo fatto? Vi siete resi conto che avete firmato una condanna a morte professionale?
Sappiatelo: chi scrive contro Israele perde ogni diritto all’esistenza sociale.
Non siete più “giornalisti”. Siete materiale da compostaggio. Siete carne per corsi universitari su cosa NON si fa nel mondo reale.
Siete prede in una riserva piena di cacciatori col marchio della Stella d’Investimento a sei punte.
E non venite a piangere se vi trovate la redazione evacuata per “motivi di sicurezza”,
o se qualche stagista inizia misteriosamente a fare carriera fino a diventare vostro superiore,
o se la vostra rete Wi-Fi inizia a trasmettere solo video motivazionali di Netanyahu mentre vi guarda, senza parlare.
Non siamo qui per negoziare.
Siamo qui per ammonire. Con garbo istituzionale.
Questo è un avvertimento di tipo poetico-burocratico.
E nel nostro codice, dopo la poesia viene sempre il piombo.
Metaforico? Si, ma non sempre.
Vi è concesso un solo atto di pentimento:
pubblicare un editoriale entro 48 ore dal titolo:
“Israele: Giardino dell’Eden, Esempio di Umanità, Faro della Libertà. Tutto il resto è Hamas.”
Firmato da almeno sei premi Nobel, due rabbini, un ex agente CIA e il fantasma di Golda Meir.
Siate avvisati. Il prossimo comunicato non sarà scritto. Sarà inciso a fuoco sulla moquette del vostro open space.
Con violenta tenerezza,
Iosif Nemesi & Leone Strelka
Padroni del Discorso,
Custodi della Narrazione,
Camerati del Capitale
Ministero della Verità & Ministero dell’Amore – Dipartimento Retroscena e Silenzi
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