Avviso amichevole di sommersione imminente agli sballati olandesi
A voi, ameni abitanti delle terre strappate al mare,
cultori del tulipano e della foglia verde,
dilettanti nel campo della moralità selettiva e
professionisti del biciclettismo etico,
Ci giunge notizia, con un certo fastidio nello stomaco e la mano che si stringe attorno al manico del badile, che avreste espresso l’intenzione di “rivedere” i trattati con Israele.
Che poi, “rivedere” è una parola gentile per dire “vi diamo il benservito”, eh? Ma noi leggiamo tra le righe, sappiamo dove guardare. Sotto i ponti. Dentro i mulini. Nei coffee shop.
Ora, permetteteci una premura istituzionale, una finezza da psicopoliziotti:
State scassando la minchia.
E questo, cari zoccolatori di zoccoli e grattuggiatori di gouda, non va bene.
Israele non è uno stato. Non è un governo. Non è una linea sulla mappa.
Israele è la Famigghia.
E la Famigghia, per chi ha ancora un po’ di senso della sopravvivenza e degli affari e non solo passione idiota per le biciclette.
Non si tocca.
Non si mette in discussione in un consesso europeo che ha la credibilità geopolitica di una riunione condominiale gestita da un criceto.
Pensateci bene, amici.
Una notte vi addormentate tra i canali e le biciclette,
e la mattina vi svegliate sott'acqua, con le dighe misteriosamente saltate, i mulini che girano all’indietro, gli zoccoli pieni di sabbia e le scorte di erba galleggianti a largo del Mar Baltico.
Non è una minaccia. È un consiglio.
Un promemoria idraulico.
Siete liberi di fare le vostre scelte, ovviamente.
Ma sappiate che ogni azione ha una reazione.
E certe reazioni arrivano silenziose, con la puntualità di una marea e la discrezione di un drone con la stella di David.
Con affetto e sorveglianza,
Iosif Nemesi
Ministro reggente del
Ministero della Verità – Dipartimento di Psicopolizia
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