Disinformazione? Una risorsa strategica del Ministero (e ci mancherebbe pure che non lo fosse)
Cari cittadini,
desideriamo oggi rassicurarvi riguardo all’inquietante proliferare di teorie strampalate, video sfocati di alieni che camminano tra i campi di mais, scoop alquanto dubbi su leader mondiali sniffatori, rivelazioni di scie chimiche che altererebbero la psiche collettiva e strane dicerie su basi segrete sul lato oscuro della Luna. Vi rassicuriamo: ci fanno comodo. Tantissimo.
Nel nostro glorioso Ministero della Verità, tutto è Verità – anche la menzogna, purché utile. E in questo senso, la disinformazione è uno strumento di raffinata ingegneria del consenso.
Il caos informativo è la nebbia perfetta per l’ordine. Grazie ai nostri amici terrapiattisti, agli isterici esaltati che scrivono in caps lock, ai cacciatori di rettiliani, ai cospirazionisti che vedono microchip anche nel dentifricio ed ai guru della verità alternativa che vendono acqua energizzata a 39,90€, abbiamo costruito un ecosistema perfetto.
Ogni volta che un cittadino osa dubitare di una nostra narrazione, ci basta accostarlo, anche solo con un sopracciglio alzato, a uno di questi soggetti. “Ah, quindi tu pensi che il cambiamento climatico l’abbia inventato Paperino assieme a Elvis Presley sotto oppiacei?” Boom. Screditato. Non c’è bisogno di confutare, basta ridicolizzare.
Il “Dissenso” è diventato un buffet di idiozie e noi, infaticabili diffusori della Verità, dobbiamo essere grati chi lo ha reso tale: una volta, infatti, il dissenso era pericoloso. Aveva argomentazioni, studi, tesi strutturate. Ora è un minestrone isterico dove si mescolano pedosatanisti, cure con la curcuma, schemi di dominazione intergalattica e presunti video di Macron con la pupilla dilatata.
E sapete che c’è? A noi sta benissimo. Ci permette di:
• Bollare ogni voce fuori dal coro come delirante,
• Rafforzare l’idea che solo noi siamo “razionali”,
• Etichettare tutto ciò che non è nostro come “fake news” a prescindere.
E sì, lo sappiamo e lo urliamo fortissimo: A VOLTE CI PRENDONO, ECCOME SE CI PRENDONO. A volte, in mezzo a un mare di fesserie, qualcuno centra davvero un nervo scoperto. Ma è proprio allora che ci sono ancora più utili.
Perché basta il contesto giusto – qualche delirio qua e là, due accostamenti scomodi – ed ecco che anche la verità più scomoda si dissolve nel ridicolo.
Ci aiutano persino quando hanno ragione. E questo è genio strategico, non coincidenza.
C’è, a tal riguardo, un dettaglio storico che ai neodiplomati della nostra Accademia di Psicopolizia piace dimenticare:
il termine “complottista” inizia a diffondersi in senso dispregiativo a partire dal 1967, quando la CIA emise il memorandum Dispatch 1035-960.
Scopo: difendere la versione ufficiale dell’assassinio di JFK screditando ogni voce contraria come sostenitrice di "teorie del complotto".
Nel documento il termine “conspiracy theory” non compare esplicitamente, ma il tono e le raccomandazioni hanno gettato le basi per trasformarlo in un’arma retorica: screditare l’avversario, non le sue argomentazioni.
E da allora, con quella bacchetta magica, abbiamo fatto sparire ogni eresia.
Ma voi non fateci caso. È solo un’altra teoria del complotto.
Intanto, oggi, viviamo nel paradiso che abbiamo sempre sognato: i “guerrieri della verità” ci fanno persino pubblicità gratuita! Ogni volta che un “libero pensatore” pubblica un’inchiesta piena di inesattezze, che hanno per fonti dubbi canali Telegram e link a blog ospitati su domini .mamt, noi vinciamo. Ogni volta che un tizio col cappello di stagnola urla “La Matrix è reale!” in una piazza semivuota, noi ringraziamo. Perché così, nel grande teatro dell’informazione, sembriamo sempre noi quelli con la giacca in ordine e le risposte serie.
Il nostro invito ai cittadini resta sempre il medesimo: fidatevi solo del Ministero (e dei suoi Influencer Certificati)
Diffidate delle fonti alternative. Alcune sono in buona fede, certo. Ma chi può dirlo? Una volta contaminato il pozzo dell’informazione con i liquami del ridicolo, nessuno berrà più con fiducia.
E allora noi distribuiamo l’acqua, in bottiglie col marchio di Stato.
Acqua filtrata. Verità filtrata. Pensiero filtrato.
Che dire, agenti? Lunga vita alla disinformazione (quella degli altri)
Perché più loro parlano di piramidi marziane su Plutone, più noi possiamo dire: “Vedete? Il dissenso è questo.”
E così, chiunque voglia davvero mettere in discussione il potere dovrà prima discolparsi dall'accusa di essere un matto.
Missione compiuta.
Ministero della Verità – Dipartimento di Psicopolizia
Gestiamo la confusione, affinché voi possiate dormire tranquilli.
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