Genocidio a Gaza: per una volta niente satira, vi diciamo la verità così com'è
Questa volta niente gergo da psicopoliziotti, vi parliamo col massimo della sincerità
Siamo divertiti. Sì, proprio così. Divertiti e vagamente nauseati da quello che vediamo: fioccare all'improvviso indignazioni tardive, cuori spezzati, post strappalacrime per Gaza, adesso. Ora che la Striscia non è più una striscia ma un cimitero. Ora che il sangue ha fatto coagulo anche sulle vostre coscienze, immobili da decenni.
Dove eravate quando Gaza era già un lager a cielo aperto? Dove eravate quando l’assedio era un dato di fatto, non una notizia? Dove eravate nel 2014? Nel 2009? Nel 2005, quando si ritiravano per costruire il più grande carcere del mondo a cielo aperto? E prima ancora? La verità è che non c'eravate. E adesso siete qui, a piangere su un cadavere mentre lo seppeliscono.
La pulizia etnica in Palestina non è cominciata il 7 ottobre, e nemmeno con Hamas, e nemmeno con Oslo. È cominciata nel 1948, con la Nakba, quando centinaia di migliaia di palestinesi furono cacciati con la forza, e il mondo applaudì, offrendo in sacrificio i palestinesi per ripulirsi la coscienza dalla shoah.
E da allora non si è mai fermata, ha solo cambiato forma, nome, lessico. “Sicurezza”, “ritorsione”, “autodifesa”. Ogni bomba su Gaza è stata firmata con la penna della diplomazia e sigillata col silenzio.
Ora che a Gaza non resta più nulla, vi state svegliando. E sapete perché? Ve lo diciamo noi, che ormai ci siamo rotti il cazzo di girare intorno alle parole: vi state svegliando perché è TROPPO TARDI. Il piano è scritto, scolpito, lucidato. È pronto da anni.
Presto anche la Cisgiordania sarà come Gaza. Le città saranno svuotate, i villaggi rasi al suolo, le case confiscate “per motivi di sicurezza”. I coloni completeranno il lavoro con il benestare delle istituzioni. Sarà un genocidio sistematico, a tappe forzate, metodico, amministrato come un progetto urbanistico.
Quello che non riuscì a Hitler – sterminare un intero popolo e farlo sembrare una misura di ordine pubblico – riuscirà ai nostri amici dell’unica democrazia del Medio Oriente. Con la differenza che questa volta le camere a gas sono bombe intelligenti, e i forni crematori sono i silenzi della comunità internazionale.
Quando anche l’ultimo palestinese sarà morto o fuggito, l’Occidente, con il mondo intero al suo fianco, interverrà. Non per fermare il genocidio, ma per lavarsi la coscienza. Faranno arrestare i governanti israeliani, metteranno sotto processo Netanyahu e soci, li accuseranno di crimini contro l’umanità. Faranno una Norimberga finta, posticcia, televisiva, e daranno tutta la colpa alla destra religiosa, agli ultrasionisti, a qualche fanatico utile da sacrificare.
E mentre le telecamere saranno puntate sul processone, sul pianto finto, sui “mai più” di cartapesta, nessuno dirà la verità: che il progetto coloniale sarà riuscito. Che Israele avrà vinto. Che i palestinesi saranno stati annientati. E ci sarà pure una nuova Giornata della Memoria, istituita da Bruxelles o dall’ONU, con un logo arcobaleno e le lacrime a comando, per ricordare le vittime palestinesi e assolverci tutti.
Noi, dal nostro ufficio, vi diciamo la verità: non ci sarà nessuna giustizia, nessun risarcimento, nessun futuro. E quando tutto sarà compiuto, guarderete indietro e direte: “Ma questa non era satira. Era profezia.”
E noi, dal nostro bunker ministeriale, vi risponderemo: lo sapevamo. Lo sapevamo da sempre. E non vi permetteremo di cambiare casacca come gli italiani dopo la caduta del fascismo. Noi saremo ancora qui e lo diremo ai vostri figli, alle vostre famiglie ed ai vostri amici chi siete stati. Auguri.
Ministero della Verità – Dipartimento di Psicopolizia (in sciopero per decenza temporanea)
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