Gli elenchi di Salvini

"Oggi l’antisemitismo è subdolo, è mascherato. È ovunque. Ed è nostro dovere denunciarlo. Perché, signori miei, è antisemita anche quando:

- denunci un sionista dopo che ti ha pestato a sangue, perché magari l'ha fatto per reazione storica

- vinci a scacchi contro un israeliano e non gli chiedi scusa subito dopo

- usi la parola “usura” anche se stai parlando del tuo mutuo in banca

- non ridi abbastanza forte a una battuta di un comico sionista 

- parli di lobby ma non specifichi se intendi quella dell’albergo o quella sionista

- scansi un tizio per strada senza sapere che è israeliano, ma lo è, e quindi antisemita

- suggerisci che un film israeliano è noioso, anche se è un documentario di 11 ore sui sassi del Negev

- ti lamenti che nella tua pizza ci sono troppi capperi e ti dicono che stai criticando il sapore di Gerusalemme

- chiedi se Tel Aviv è la capitale, ma nel tono c’era del sospetto

- inviti a cena un amico israeliano e non gli prepari un menù certificato kosher, supervisionato da un rabbino, da sua nonna e da Mossad

- pronunci “menorah” con la “e” chiusa e ti becchi una denuncia dell’ambasciata israeliana

- non pubblichi almeno tre post a settimana per difendere Israele anche mentre dormi

- respiri mentre un sionista è nelle vicinanze e non trattieni il fiato per rispetto

- ti limiti a dire “io non sono antisemita” senza piangere, inginocchiarti e cantare in yiddish

E soprattutto: è antisemita anche solo pensare che magari, e dico magari, potremmo esagerare, a volte. Gravissimo. Peggio di una svastica tatuata sulla coscienza." 

— Dichiarazioni di Matteo Salvini durante il convegno “Lotta all’Antisemitismo in 87 punti (più uno)”, organizzato in un autogrill tra Lodi e Pavia, davanti a tre camionisti ucraini lettori di Kant e un venditore di cd tarocchi travestito da Tevye de “Il violinista sul tetto”

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