India-Pakistan: si riaccende il derby nucleare, il pallone è atomico e l’arbitro è irreperibile. (Di Iosif Nemesi)
Disclaimer (a cura di Leone Strelka, portavoce del Ministero della Verità – Dipartimento di Psicopolizia)
Visto l’eccellente livello di approfondimento che caratterizza ormai la discussione pubblica — tra giornalisti che fanno il tifo come in curva, intellettuali col cervello in fuorigioco, politici in cerca del rigore morale e popolazioni pronte a invadere il campo con bandieroni e hashtag — abbiamo deciso di allinearci a questo sublime spirito da stadio.
Per omaggiare i nostri ultras dell’Occidente preferiti, il Ministero della Verità ha dunque redatto questo articolo utilizzando un lessico familiare: quello calcistico. Così almeno si capisce. O almeno, si finge.
India-Pakistan: si riaccende il derby nucleare, il pallone è atomico e l’arbitro è irreperibile. (Di Iosif Nemesi)
Nuova Delhi e Islamabad sono tornate in campo. Fischio d’inizio imprevisto avant'ieri, dopo un pre-partita durato qualche manciata di giorni, senza VAR, senza manco il solito servizio di Studio Aperto che mostra la gente che balla. La sfida eterna tra India e Pakistan, detta anche "il Superclasico dell'Apocalisse promessa", ha vissuto nelle scorse ore un nuovo tempo supplementare.
Fonti attendibili dal nostro Dipartimento Ultras riferiscono che un drone (alias: pallone avvelenato) avrebbe superato la metà campo pakistana senza permesso, provocando la reazione della difesa di Islamabad, che ha subito tentato un pressing a zona con colpi d’artiglieria leggera. La panchina indiana non ha gradito e ha risposto con fuoco incrociato: siamo ufficialmente nei quarti di finale dell’Inferno.
LE SQUADRE IN CAMPO:
• India: allenata da Modi, gioca un 4-2-3-1 con visione espansionistica del centrocampo. Attacca a destra, ma marca a uomo anche a sinistra quando serve. Sfrutta l’intelligenza artificiale come preparatore atletico e l’ideologia nazionalista come massaggiatore.
• Pakistan: guidato da un governo sempre a rischio commissariamento FIFA (aka golpe militare), è schierato con un 5-4-1 da trincea. Fortissimo sui calci piazzati (nelle basi militari) ma fragile in contropiede economico. Il suo miglior giocatore resta la minaccia nucleare: temibile, instabile, molto amato dal pubblico più estremo.
LA TIFOSERIA: Mentre gli spalti globali osservano col fiato sospeso, sugli spalti della diplomazia mondiale si moltiplicano i cori del tipo:
"Calma ragazzi, è solo un’amichevole NON nucleare."
Nel frattempo, la UEFA (cioè gli USA), pur non essendo ufficialmente in campo, fa da telecronista, VAR e arbitro aggiunto non richiesto, chiedendo “moderazione da entrambe le parti” mentre vende birre e munizioni nei pressi dello stadio.
RISCHIO RIGORE ATOMICO?
Il Ministero ricorda che entrambe le nazionali hanno in panchina l’arma definitiva: la testata nucleare, un pallone che non rimbalza, ma esplode. Nessuno vuole vederla entrare in gioco, ma tutti ne parlano negli spogliatoi.
IN CONCLUSIONE:
Potrebbe essere solo l’ennesimo fallo tattico, il solito corpo a corpo da derby asiatico. Ma se l’arbitro (la diplomazia) continua a latitare e se i tifosi iniziano a lanciare petardi a lungo raggio, il cartellino rosso potrebbe diventare fluorescente.
Il nostro Ministero resta neutrale, ma ricorda:
“La guerra è solo un campionato dove l’ultima partita è sempre quella che non si gioca.”
Restate connessi per i prossimi aggiornamenti.
Forza India, Forza Pakistan. Ma soprattutto, Forza PsicoPolizia.
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