Israele, hai ufficialmente cacato il cazzo

"Non si può essere una potenza coloniale del terzo millennio e al contempo eterni traumatizzati.”
— Il Babbuino, in preghiera sulla spianata dei manganelli

Siamo stanchi.
E non di quella stanchezza poetica da fine impero, ma di quella rognosa, logorante, da thriller diplomatico di serie B, dove ogni giorno Israele entra a Gaza, poi esce, poi ci rientra col sorriso, poi fa il broncio, poi s’inventa “l’operazione Gedeone” come se fosse un DLC di Call of Duty: Apartheid Warfare.

Basta. Avete rotto.

Sappiamo bene che Bibi Netanyahu, l'Adolf Hitler dei sabra, è con le spalle al muro: senza guerra va in galera, con la guerra ci va Israele. Ma questo eterno limbo pornogeopolitico sta diventando una sitcom mal recitata, scritta da sceneggiatori ubriachi di potere e vino sacro.

Se volete fare la guerra totale: fatela.
Se volete la pace e i due stati (ahahahahahah vabbè): fatela.
Se volete la guerra infinita ma a bassa intensità: trovate almeno un modo creativo per farci fare soldi. Non possiamo continuare a investire nel caos solo per coprire i debiti morali dell’Occidente.

Trump, nel frattempo, sta trattando con l’Arabia, l’Egitto, il Qatar, pure con l’Oman e la Mongolia se serve, per creare una pax economica di facciata. Sta costruendo il suo Eden del petrolio, dove i missili non esplodono, ma si firmano con le Montblanc degli emiri.

E voi? Ancora a devastare, entra-esci, attacca, “puniamo Hamas”, “liberiamo gli ostaggi”, “uccidiamo altri bambini per sbaglio ma non troppo”.

Siete diventati noiosi.
E il Ministero della Verità non tollera la noia geopolitica.

Per cui fateci sapere:

Volete genocidiare? Allora fatelo bene, senza ipocrisie, senza giri di parole.

Volete la pace? Sedetevi a un tavolo, tirate fuori il portafoglio, non solo le granate.

Volete continuare così? Allora sappiate che noi, da bravi psicopoliziotti, continueremo a ridere amaramente delle vostre contraddizioni, ma senza più alcuna compassione narrativa.

Perché qui non è più questione di torti storici. È marketing politico.
E voi, cari fratelli dello Stato Ebraico, state bruciando la vostra ultima narrativa a colpi di ego, coloni e propaganda stanca.

Che palle.

Firmato:
Iosif Nemesi – Gran Commissario al Manganello Spirituale
Papa Leone Strelka – Sommo Pontefice della Sacra Ipocrisia Ministeriale
Il Babbuino del Ministero della Verità   – Responsabile del Controllo Qualità della Propaganda e delle Banane Geopolitiche

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