L’Odio Cambia Forma, Ma Resta Occidentale: Un Capolavoro di Ingegneria Civile dell’Anima

Camerati e compagni cittadini, psicopoliziotti di ogni grado, oggi celebriamo con orgoglio uno dei più raffinati successi della nostra opera educativa, culturale e propagandistica: l’eccezionale trasloco dell’odio.

Laddove un tempo l’ebreo era il nemico perfetto, oggi l’onore è tutto del musulmano. Abbiamo saputo convertire la millenaria pulsione dell’Occidente verso il capro espiatorio in una forma aggiornata, tecnologicamente compatibile con le nuove narrazioni: la Islamofobia 2.0, con supporto NATO e sottotitoli in ucraino.

Sì, ci siamo riusciti: abbiamo spostato l’odio etnico-religioso da un popolo perseguitato a un altro. Abbiamo fatto tabula rasa della Storia, riscrivendola col nostro pennarello indelebile della Morale Selettiva.

Il razzismo, che avevamo promesso di estirpare, lo abbiamo semplicemente riciclato in forme più sofisticate, infiocchettandolo di sicurezza nazionale, diritti delle donne e difesa della democrazia. Il Medio Oriente ci ringrazia… con le macerie.

Nel frattempo, assistiamo — sobriamente e con compostezza — a un evento storico senza precedenti: l’Occidente che sponsorizza un genocidio etnico perpetrato dagli eredi diretti di chi, ottant’anni fa, subiva le stesse logiche di sterminio.

Una simmetria tragica, talmente perfetta da meritare un premio Nobel alla Disumanità Applicata.

Abbiamo trasformato il passato in una scusa e il presente in una menzogna.

Abbiamo elevato l’ipocrisia a forma d’arte.

Abbiamo scolpito l’indignazione in base alla direzione del vento geopolitico.

L’antisemitismo non è morto: è semplicemente stato privatizzato.

E l’islamofobia? Oh, quella l’abbiamo nazionalizzata. Finalmente mainstream, finalmente legittima.

Ministero della Verità

Serviamo la Realtà, la sterilizziamo e la impacchettiamo per voi.

Firma:

Iosif Nemesi, Portavoce del Dipartimento di Psicopolizia

Perché il razzismo è una brutta cosa... a meno che non sia geopoliticamente conveniente.