Richiamo alla Meloni
Cara Giorgia,
ci permettiamo, con l’umiltà che si confà al nostro ruolo di custodi della propaganda approvata, di esprimere un piccolo – ma sentito – richiamo ufficiale.
Abbiamo appreso con viva preoccupazione della tua assenza al vertice dei “volenterosi” a Tirana. Dici che non vuoi mandare truppe in Ucraina. Dici che l’Italia è coerente con la sua posizione. Dici tante cose che vorrebbero apparire sensate, Giorgia. E questo è un problema.
Vedi, Presidente, certe parole potrebbero andar bene in un'Italia che ancora crede ai buoni sentimenti e ai film di Gabriele Muccino. Ma oggi il mondo è cambiato. Oggi serve il fuoco nei polmoni, il sangue negli occhi e il nazionalismo sciovinista nelle vene. E quel simbolo, quella fiamma tricolore che hai come stemma, non è il logo di una pizzeria napoletana. È un richiamo al “vecchio valore”, quello con la V maiuscola, lucidata con cura negli anni Trenta e messa in cantina dopo il '45, sì, ma mai dimenticata davvero.
È ora di tirarla fuori, Giorgia.
È ora di soffiare sulla brace.
È ora di mostrare che l’Italia c’è, anche se con qualche mese di ritardo, come al solito.
Siamo onesti: anche il Duce, all’inizio, tentennò. Provò a fregare i tedeschi, si mise a fare quello a cui serviva la qualsiasi risorsa, il poveraccio (non che non avesse bisogno di farlo, intendiamoci), cercò di fare il furbo. Non funzionò. Finì che ci trascinarono dentro lo stesso.
Se non ci riuscì Mussolini a rimanerne fuori, pensi di farcela tu, che quando parlava Biden annuivi come se stessi ascoltando Al Bano cantare “Nostalgia Canaglia”? Che ogni volta che Ursula ti guarda, sembri una stagista che ha appena rovesciato il caffè sulla stampante della Commissione?
Giorgia, cara, questa guerra si farà. E si farà bene. Con gli stivali italiani sul terreno ucraino, con il tricolore che sventola orgoglioso dietro le linee NATO, con qualche monumento da rimuovere a Leopoli e un paio da erigere a Napoli.
Noi, al Ministero della Verità, ti vogliamo anche bene. Hai fatto tanto per noi. Hai saputo dire di sì nei momenti giusti. Hai saputo dire il nulla cosmico
quando serviva.
Ma adesso, questa tua pretesa di "coerenza" ci puzza. E quando qualcosa ci puzza, di solito è perché qualcuno sta cucinando il tradimento. E noi, Giorgia, quando veniamo traditi, siamo come la mafia: ci dimentichiamo anche quanto bene ci hai voluto.
Ricorda:
La mano di Papa Leone Strelka può essere benedizione… o scomunica.
E quando scomunichiamo, lo scomunicato non è che torna a casa a mani vuote.
Sparisce.
Cordiali saluti,
Iosif Nemesi
Vicedirettore del Dipartimento di Psicopolizia
Ministero della Verità – Repubblica Italiana
«Chi pensa, sbaglia. Chi dubita, tradisce. Chi combatte, vince.”
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