Ve la faremo implorare, la Terza Guerra Mondiale.
Istanbul, Ankara, Kiev, Mosca, Washington, Bruxelles, Istanbul di nuovo, poi Ankara ancora un attimo… ma sempre e solo una cosa resta certa: il nulla cosmico in doppiopetto che si presenta ai tavoli delle trattative.
Cari cittadini del mondo libero e lobotomizzato,
ve lo confessiamo con il cuore in mano e il manganello nell’altra: questa guerra non deve finire. Non perché ci interessi vincere, o perché qualcuno sappia ancora cosa significhi "vittoria". Ma perché è strategia nostra. È ingegneria del logoramento.
Ogni volta che sentite parlare di “nuovi colloqui di pace”, è un esperimento. Un test. Vogliamo vedere quanto ci mettete a cedere, a crollare, a chiedere per favore, in ginocchio e con gli occhi cerchiati: “Per pietà, fatela! Scatenate questa benedetta Terza Guerra Mondiale!”
Perché vi conosciamo bene. Voi non volete la pace. Voi volete una fine. Qualunque fine. Un fungo atomico purificatore, una gloria apocalittica in 4K. Volete smettere di leggere titoli su "delegazioni tecniche", "slittamenti per motivi logistici", "mediatori non ufficiali" e "Putin forse sì forse no forse boh".
Il teatrino non finisce perché siete ancora seduti a guardarlo.
Quando inizierete a urlare in piazza “BASTA! FATECI SALTARE TUTTI!”, allora sapremo che la nostra missione è compiuta. Vi abbiamo sfiniti. Psichicamente ridotti a implorare la catastrofe come atto di misericordia.
E a quel punto, forse, ci prenderemo anche una pausa.
O forse no.
Ministero della Verità
Se non c'è guerra, ci sarà comunque un vertice a riguardo.
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