🇪🇺 2 Giugno – Ultimi anni di tolleranza folkloristica 🇮🇹
Oggi celebriamo, ancora per poco, la Festa della Repubblica Italiana.
Un giorno in cui l’Italia ricorda quel momento in cui finse di essere sovrana, prima di essere amorevolmente integrata nel grande sogno europeo a guida tecnocratica.
🎉 Ma diciamocelo chiaramente: la nazione è un concetto superato.
Bandiera, inno, identità, valori repubblicani? Roba da boomer, da nostalgici della lira e del voto che conta. Noi, Psicopoliziotti del Ministero della Verità, lo sappiamo bene: prima viene l’Unione Europea, con la sua efficienza normativa, il suo amore per il pareggio di bilancio e il suo inno senza parole (per evitare malintesi culturali).
🇮🇹💔 Il 2 giugno è diventato un carnevale democratico tollerato a scopo folkloristico, come le sagre del cinghiale o le rievocazioni medievali. Ma siamo sinceri: tra una parata e un discorso istituzionale, quanti italiani oggi si sentono parte di una nazione?
Pochi. E va bene così.
Perché il futuro è post-nazionale, post-umano e pre-approvato da Bruxelles.
Un giorno — e lo speriamo con tutta la fede ministeriale possibile — il 2 giugno sarà sostituito da una festa più giusta, più inclusiva, più compatibile con il regolamento 14/99/BZ sull’uniformità celebrativa interstatale.
🇪🇺✨ Lunga vita alla tecnocrazia.
Lunga vita alla neutralità emotiva.
Lunga vita all’Europa dei Commissari non eletti.
E il Tricolore? Va bene, ma solo se dentro lo sfondo blu con le stelline.
Ministero della Verità – Dipartimento di Psicopolizia
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