🇮🇱 “GLORIOSA CONDANNA OCCIDENTALE: COSÌ ABBIAMO FERMATO ISRAELE”

Quando l’Occidente parla... gli altri possono solo continuare a fare quello che vogliono.

Con inchiostro indelebile e tono risoluto, i più alti vertici della civiltà democratica™ hanno impugnato l’arma più potente della diplomazia contemporanea: una dichiarazione congiunta!

Sì, signori.

Ventotto paesi uniti nel dire basta.
Un “basta” netto, fermo, pieno di dignità.
Un “basta” che ha fatto tremare qualche addetto stampa israeliano, ma per il marketing questo ed altro.

Nel documento storico del 21 luglio, l’élite geopolitica mondiale ha espresso profonda preoccupazione, dolorosa indignazione e perfino “una richiesta di cessate il fuoco immediato” (senza pretese, eh, mica con delle scadenze o minacce. Ci mancherebbe 🥴)

Un gesto coraggioso e calibrato, che dimostra al mondo che l’Occidente non è più disposto a tollerare queste atrocità (ma non reagirà, a meno che i massacri non tocchino i NOSTRI accordi commerciali, chiaramente).

L’Occidente ha deciso che non è ancora il momento di esagerare. Perché sì, le morti civili sono inaccettabili, ma lo è anche compromettere la nostra leadership tecnologico-militare.
E poi, si sa: i valori contano… ma anche il cloud computing israeliano.

Pertanto:
1) Niente sanzioni
2) Niente sospensioni di accordi
3) Nessuna reale conseguenza (Ma tutto espresso con tono grave e maturo 😠, e con una tipografia sobria e istituzionale).

Plaudiamo al coraggio inarrivabile di paesi come il Regno Unito, l’Australia e la Francia, che condannano pubblicamente Israele e subito dopo esportano sistemi d’arma di precisione per favorire la pace armata.
Un equilibrio diplomatico che solo le grandi democrazie sanno maneggiare con tanta grazia e tanto savoir faire.

Il Ministero della Verità ribadisce: “Condannare sì, agire anche no. Ogni azione concreta rischia di sembrare una presa di posizione, e noi siamo superiori a queste bassezze.”

Ringraziamo la diplomazia occidentale per aver dimostrato, ancora una volta, che la fermezza si misura in avverbi, non in embarghi, che il coraggio sta nel tono, non nelle conseguenze e che la pace si costruisce con lettere aperte, riunioni ad Amburgo e passaparola su LinkedIn.

Gloria imperitura all’Occidente, faro di luce verbale nelle tenebre del mondo.
E chi osa criticarlo, è chiaramente un agente destabilizzatore con tendenze filo-iraniane e amico delle tenebre.

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