RICONOSCIMENTO DELLA PALESTINA (CON COMODO )

Desideriamo congratularci con certi paesi dell'UE per l’eccezionale lucidità strategica dimostrata in queste ore. Dopo due anni di appoggio convinto, sostegno militare indiretto e silenziosa approvazione alla sacrosanta operazione di autodifesa genocida condotta da Israele nella Striscia di Gaza, l’Europa ha finalmente trovato il coraggio di indignarsi... ma con stile.

Un riconoscimento tardivo, sì, ma perfettamente calibrato: non prima che le trattative sui dazi con gli Stati Uniti venissero condotte dai capoccioni del vecchio continente con l’eleganza tipica di chi sa inginocchiarsi senza far rumore.

Non prima che si fosse in procinto di firmare accordi commerciali vantaggiosissimi (per Washington).
Non prima che la reputazione internazionale toccasse livelli di tossicità diplomatica prossimi al sarin.

E allora sì, adesso si può riconoscere lo Stato Palestinese, condannare la catastrofe umanitaria e soprattutto, ripulirsi la coscienza con un bel comunicato stampa pieno di parole come “equilibrio”, “soluzione a due Stati” e “cessate il fuoco umanitario”.

Perché noi, in Europa, sappiamo aspettare il momento giusto per fare la cosa giusta:
non quando serve, ma quando conviene.

E che nessuno osi chiamarla ipocrisia: è diplomazia intelligente, realismo progressista, umanitarismo d’alta gamma.
In fondo, lo sapevamo tutti: se Gaza fosse davvero bastata a scuotere le coscienze, le coscienze si sarebbero già mosse ma... serviva qualcosa di più serio: come le tariffe sulle auto o il rischio che il vino francese perdesse quote di mercato.

Il Ministero ringrazia i leader europei per aver saputo incarnare ancora una volta lo spirito della nostra epoca: indignarsi quando è tardi, ma abbastanza in tempo per le foto.
Con disciplina, lealtà e tempismo.

Il Ministero saprà premiare tutti coloro i quali restano fedeli alla linea, soprattutto a costo di quella cosa fuori moda chiamata "dignità". Promesso.

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