Conflitto russo-ucraino, Istanbul 2022: Gli Accordi Che Avrebbero Rovinato la Festa

Cittadini disciplinati, 
oggi, alla vigilia dei tanto sbandierati "accordi di pace" che Washington e Kiev starebbero preparandosi a sottoporre ai russi, vogliamo ricordare con sincera gratitudine uno dei più grandi scampati pericoli della storia recente: la quasi-firma degli accordi di Istanbul del 2022.
  
Altro che Ventotene, altro che Yalta: quelli erano davvero il nostro incubo peggiore.

Per fortuna, grazie all’intervento tempestivo di vari consiglieri illuminati (tipo Boris Johnson), la pace non si è fatta.  
E possiamo dirlo senza arrossire: se quei due si fossero stretti la mano in quel momento, per noi sarebbe stato un disastro operativo totale.

Immaginatelo: fine immediata del conflitto, fine delle forniture infinite di armi, fine degli appalti d’oro per i nostri amici dell’industria bellica, fine del nostro raffinato programma di condizionamento emotivo della popolazione. Robaccia da Paesi sottosviluppati, insomma. Inaccettabile.

La verità è che la guerra è un asset fondamentale del Ministero.  
Con essa possiamo nutrire e far crescere la nostra austera tradizione di governo del terrore, iniziata parecchi anni fa e proseguita nei decenni con quell’indimenticabile mix di terrorismo, pandemie, emergenze reali e immaginarie (con conseguenti leggi speciali), e un pizzico di caos migratorio, sapientemente shakerati per mantenere il cittadino in stato di frizzante allerta permanente.

Con la pace, tutta questa magia sarebbe evaporata come un bonus edilizio... niente più notiziari apocalittici, niente più cittadini divisi in due tribù antropologiche, niente più pioggia d’oro sui bilanci di chi produce strumenti che fanno “boom”, niente più moralismo bellico pronto all’uso.

Come avremmo potuto continuare la nostra opera di polarizzazione creativa, se Putin e Zelensky si fossero messi d’accordo dopo un caffè turco?

Sarebbe stata la fine.  
Per loro la pace; per noi la disoccupazione.

Per fortuna, la storia ha scelto la strada giusta: quella che garantisce continuità al nostro programma ministeriale, quella che mantiene il cittadino in un amabile stato di confusione, paura e bisogno di tutori, cioè noi.

E dunque celebriamo la mancata firma del 2022 come si deve: non la pace mancata, ma la festa salvata.

E gli Accordi di cui oggi tutti parlano? Faremo saltare anche questi? 
Siamo sinceri: fosse per noi, la guerra si allargherebbe fino al punto di non ritorno. Del resto, il nostro sogno di dividere la Russia in tanti piccoli stati non è mai stato riposto nel cassetto, e poi siamo troppi su questo pianeta: la guerra è l'unica igiene dei popoli, no? 
Ma non si può avere tutto dalla vita; da questo conflitto abbiamo già ottenuto tanto e guadagnato il doppio del previsto, non è necessario spingersi oltre adesso, anche perché gli unici che subiranno conseguenze nefaste in caso di pace saranno i burattini politici, mediatici e culturali di cui ci siamo serviti per fare il lavaggio del cervello al ceto medio semicolto sino ad ora. Se poi un qualche curioso incidente farà definitivamente scoppiare un conflitto di proporzioni globali, la cosa non potrà farci altro che piacere.
Tanto il conto lo pagano i popoli, ed è giusto così.

Con devozione totalitaria,  
Le scimmie dattilografe del Ministero della Verità  
Dipartimento di Psicopolizia

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