Emma Bonino in ospedale: panico nei palazzi del Ministero della Verità
Roma — Una notte di caos istituzionale, pianti trattenuti male e corridoi pieni di funzionari in overacting. La notizia del ricovero in terapia intensiva di Emma Bonino ha colpito il Ministero della Verità come un bombardamento semantico non autorizzato.
Non appena è arrivato il bollettino medico, i sensori di allerta propaganda sono esplosi: George Soros, informato in tempo reale tramite il suo smartwatch che monitora le condizioni di tutti i suoi protetti europei, è scoppiato in lacrime. Pare che abbia tentato di contattare Leone Strelka per un abbraccio consolatorio, ma Strelka — già saturo di drammi umani — lo ha rimbalzato con classe: «Rivolgiti a Nemesi, oggi ho piscina».
Soros, disperato, ha quindi chiamato Iosif Nemesi, che però stava simulando un impegno urgente con il pretesto di una “riunione strategica”, in realtà una partita a briscola con i tecnici del Ministero per non doversi sorbire il piagnisteo del magnate.
Nel frattempo, Il Babbuino del Ministero della Verità, responsabile del Controllo Qualità della propaganda, è stato visto accasciato davanti al distributore automatico, incapace persino di lanciare sterco contro i suoi sottoposti. Testimoni riferiscono che mormorasse frasi sconnesse come: «Non è possibile… proprio ora che stavamo preparando la nuova brochure ‘Soros Sustainability™’…»
Il panico è totale: i corridoi del Ministero sembrano la sede di un partito europeista il giorno dopo le elezioni. I funzionari girano in tondo chiedendosi chi dovrà ora firmare gli editoriali pro-globalizzazione, chi terrà la linea sul liberismo interplanetario, chi spiegherà per l’ennesima volta che le frontiere sono un concetto medievale.
In attesa del prossimo bollettino, la Direzione Propaganda ha invitato tutti alla calma, ricordando che “le protagoniste iconiche della democrazia non si abbattono facilmente”. Ma dietro le quinte la paura è una sola: chi chiamerà ora Soros per Natale?
Emma, ti raccomandiamo: non fare scherzi!
Ti mandiamo i nostri più sinceri auguri di pronta guarigione.
Al Ministero della Verità c’è un silenzio irreale: le stampanti hanno smesso di sputare dossier europeisti, i funzionari del Dipartimento di Dismissioni Pubbliche fissano il vuoto senza sapere chi firmerà la prossima privatizzazione strategica, e perfino il Babbuino ha smesso di lanciare banane a Soros per rispetto.
Ti aspettiamo qui, dove il lavoro che abbiamo costruito insieme negli anni — la faticosa opera di sottomissione elegante e consapevole dell’Italia agli interessi della UE e dell’alta finanza, il costante impegno per privatizzare qualunque cosa abbia il brutto vizio di essere ancora pubblica (sanità, istruzione, aria respirabile, speranza), e l’entusiasmo smisurato nel sostenere l’Ucraina anche a costo dell’autodistruzione nazionale — può proseguire solo con la tua mano salda e la tua visione globalista.
Rimettiti presto, Emma.
Il Ministero ha bisogno di te.
E, diciamocelo: anche Soros, che da stanotte non si dà pace.
Con stima operativa,
Il Ministero della Verità
(Dipartimento di Psicopolizia e Controllo delle NarrAzioni)
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