🎉 REATO DI FEMMINICIDIO: IL DIRITTO PENALE È MORTO!VIVA IL DIRITTO DI PANCIA! 🎉

Cittadini disciplinati, ancora una volta abbiamo scritto la storia.
Abbiamo definitivamente segnato il passaggio dall’antico mondo della noiosa razionalità giuridica alla nuova era radiosa della giustizia emozionale, finalmente calibrata sulle urla della folla, sugli editoriali di mezza mattina e sulle lacrime a comando degli opinionisti. Un salto all'indietro di circa 3000 anni, non per vantarci ma... tornare all'antico è un progresso (per noi).

Da ora in poi, grazie alla nascita del reato autonomo di femminicidio, il vecchio diritto penale — freddo, tecnico, puzzolente di codici scritti dagli esperti — è ufficialmente defunto.

Non ha retto all’impatto della nostra rivoluzionaria visione: una giustizia che non si limita più alle prove, alla logica, alle circostanze… ma che vibra all’unisono con il cuore pulsante dell’indignazione pubblica.
Il nostro nuovo mirabolante modello è chiaro: diritto di pancia S.p.A.

La Suprema Dirigenza del Ministero annuncia con orgoglio che d’ora in poi i reati non saranno più definiti da pedanti giuristi, bensì dalla sensibilità collettiva e dall’indice di gradimento online.
Ogni settimana, il Dipartimento di Psicopolizia aggiornerà l’elenco dei comportamenti punibili sulla base delle emozioni prevalenti del popolo:
Se la popolazione ha paura → pene più dure.
Se la popolazione è triste → ergastoli poetici.
Se la popolazione è incazzata → direttamente ergastolo a vita, senza se e senza ma.
Se la popolazione è distratta → amnistia totale, che oggi dobbiamo parlare della finale di X Factor.

Gli avvocati protestano. E sti profumatissimi katzi. 
Noi godiamo.

Nelle ultime ore alcuni penalisti, non capendo la portata epocale della nostra rivoluzione, hanno parlato di:
“Morte del diritto penale”
“Norma inefficace, inutilmente simbolica e tecnicamente insensata”
“Aggravante travestita da reato”
“Follia anti-garantista costruita per accontentare la piazza”
Ebbene sì, cari avvocati: è proprio così!

Ed è per questo che stappiamo lo spumante.
Che senso ha un diritto rigido, sorretto dalla ragione, quando possiamo avere un diritto duttile, modellato sulla commozione istantanea dei salotti tv?
Perché limitarsi alla “prova” quando esiste la “percezione”?
Perché affidarsi a secoli di studi quando abbiamo i sondaggi in tempo reale?
Il vostro lamento è la nostra musica.
La vostra indignazione è il carburante della nostra propaganda.
La vostra disperazione tecnico-giuridica è la conferma che siamo finalmente sulla strada giusta.

Da oggi, giustizia è ciò che ci fa sentire meglio.
Signori, la partita è chiara:
non importa più chi ha fatto cosa — importa come ci fa sentire.

Il Ministero annuncia dunque con giubilo che presto introdurremo nuove figure di reato basate unicamente sull’impatto emotivo:
Omicidio dell’autostima
Infrazione di fragilità percepita
Lesioni all’empatia collettiva
Reato di dissenso spiacevole
Tentata violazione del clima emotivo nazionale.

Sono tempi magnifici, cittadini.
Il vecchio mondo del diritto è morto sotto il peso dei codici.
Il nuovo nasce tra gli applausi, i pianti, i retweet e i commenti a caso.

E noi, come sempre, vigili e festanti, ve lo diciamo con orgoglio:
Qui al Ministero della Verità abbiamo finalmente istituito per legge la giustizia del contentino.
Cerchiamo consenso emotivo.
Ed è infinitamente più divertente.

Ossequi ridenti da Papa Leone Strelka.

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