Il comunismo in Italia è vivo e lotta contro sé stesso, da trent’anni.

Cari cittadini del Grande Ordine,

oggi il Ministero della Verità non parla, proclama, e lo fa in piedi, con la schiena dritta e la coscienza pulita, per celebrare uno dei suoi più limpidi, cristallini, irreversibili successi: la definitiva demolizione del comunismo in Italia come ideale politico e baluardo dei diritti dei lavoratori.

Una dissoluzione molecolare un’evaporazione guidata.
Quel monolite rosso, che un tempo camminava compatto nel più grande partito comunista d'Europa, il PCI, come una parata sovietica in gita scolastica, oggi è un pulviscolo di correnti, sigle, sotto-sigle, sotto-sigle delle sotto-sigle. Schegge ideologiche che si riconoscono solo per odiarsi. Un capolavoro di frammentazione assistita, il nostro regalo alla Storia.

Un tempo i rossi marciavano uniti, sognavano falci, martelli e rivoluzioni con la puntualità di un treno che non arriva mai. Noi, con la grazia silenziosa della Psicopolizia, abbiamo iniziato a pettinare la loro unità contropelo: un dubbio qui, una scissione là, un congresso trasformato in una corrida di purezze ideologiche. Il risultato? Un ecosistema perfetto di nemici interni.

Oggi i comunisti italiani sono un presepe di faide:
i puri contro i purissimi, i leninisti contro i leninisti che hanno letto male Lenin, i maoisti contro gli stalinisti, gli stalinisti contro gli stalinisti che sorridono troppo, e tutti contro tutti per la corretta tonalità cromatica della bandiera. Litigano sul proletariato, sul genere del proletariato, sull’orientamento del proletariato, sulla microaggressione subita dal proletariato mentre veniva sfruttato. Un reality show ideologico permanente, dove nessuno vince, ma tutti squalificano tutti. Questa, cittadini, è la vera uguaglianza: tutti ugualmente irrilevanti.

Guardateli ora, questi reduci del sol dell’avvenire: combattono su piattaforme digitali come libdem arcobaleno in piena crisi di genderfluidità.
“Il tuo marxismo è patriarcale!”
“Il tuo è eurocentrico!”
“Il tuo non è abbastanza decoloniale!”
“Il tuo non è abbastanza queer!”
E mentre si purificano a colpi di accuse, il mondo reale passa, saluta, e non li vede nemmeno. Noi li osserviamo con affetto istituzionale. Abbiamo trasformato il loro settarismo in una forma di energia rinnovabile. Un virus che si auto-riproduce.

Ogni tentativo di rinascita genera automaticamente tre correnti, cinque comitati, due scissioni e una pagina Facebook. Un movimento comunista unito in Italia?
Sarebbe come tentare di montare un puzzle i cui pezzi si denunciano a vicenda per tossicità.

Cittadini fedeli, questa è la Verità Suprema:
grazie al Ministero della Verità, l’Italia è oggi un territorio bonificato dal pericolo rosso. Qui nulla attecchisce, se non la divisione e dove c’è divisione, c’è pace.

Continuate a vigilare.
Segnalate.
Diffidate dell’unità.

Perché l’unità è un’illusione.
La frammentazione è stabilità.
La frammentazione è pace.

Gloria eterna al Grande Fratello.

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