La Bulgaria entra nell’Euro. Benvenuta all'inferno, prego, entra. Fa caldo qui.
Buongiorno Bulgaria!
Entra pure, accomodati!
Appoggia pure la tua vecchia moneta lì, vicino alla porta. Non ti servirà più. Qui dentro ti daremo una nuova valuta, una nuova morale economica, e una nuova collezione di parole magiche: rigore, sostenibilità, riforme, resilienza.
Non capirai bene cosa vogliono dire, ma imparerai presto che significano sempre la stessa cosa: paghi tu. Ti hanno detto che è stabilità, ti hanno detto che è modernità, ti hanno detto che finalmente “entri nel salotto buono” e noi, da buoni psicopoliziotti, confermiamo tutto.
Sì, Bulgaria! È un salotto, solo che le sedie sono già occupate, la tavola è sparecchiata, e a te è rimasto il compito di lavare i piatti della storia. Ma non temere!
All’inizio sarà bellissimo: prezzi che “si aggiustano”, stipendi che “si riallineano”, servizi pubblici che “si razionalizzano”, ospedali che “si efficientano”, giovani che “si mobilitano”.
Parole meravigliose per dire che tutto costa di più e tu vali un po’ di meno. Da questo momento, Bulgaria, entri ufficialmente nel Clima Euro. Non è una moneta: è un meteo. Una pressione costante, un’alta stabilità perenne, correnti che soffiano sempre nella stessa direzione. Verso l’alto per chi è già in alto, verso il basso per chi sperava di salirci.
La svalutazione viene archiviata come pratica folcloristica; al suo posto avrai il Riallineamento: diventare più leggera per muoverti meglio.
Più leggera come salari, più agile come diritti, più snella come servizi. Le crisi vengono rinominate Opportunità di Disciplina. Ogni scossone sarà un corso accelerato di sobrietà con attestato finale. Il bilancio diventa religione civile: per ogni euro speso dovrai prima chiedere il permesso, poi scusarti, poi giustificarti. La crescita resta una parola elegante che ama viaggiare lento, così lento da non disturbare la stabilità. Le privatizzazioni sono atti d’amore verso l’efficienza: se qualcosa era tuo, ora è “più tuo” perché lo paghi due volte — con le tasse prima, con la bolletta dopo.
I mercati sono divinità pacifiche: non chiedono sacrifici, li gradiscono. I rating sono l’oroscopo ufficiale: se scendono, non è colpa delle stelle, è colpa tua che non hai creduto abbastanza.
Ti diranno che è colpa del passato, ti diranno che non sei stata abbastanza competitiva, ti diranno che non hai fatto abbastanza riforme e tu, diligente, farai ancora più riforme. Fino a quando capirai che la meta è mobile, e la fatica è permanente. Ma guarda il lato positivo: avrai lo spread! Avrai i commissari che ti spiegano come vivere! Avrai le conferenze stampa con parole lunghe come le code alla mensa sociale! Avrai anche dei modelli a cui ispirarti!
Tipo l'Italia: era un Paese con mille difetti, ma con la possibilità di sbagliare senza essere immediatamente messa al muro. Con l’euro ha imparato a dimenticare i tempi in cui era al top delle potenze industriali nel mondo ed a crescere poco, tagliare molto, spiegare sempre. Da vent’anni vive in una specie di apnea elegante, in cui tutto è “sotto controllo” e niente migliora davvero. Il debito resta, i salari si accartocciano, i figli partono, e la politica si limita a spiegare perché non si può fare altrimenti. Il Paese che ha trasformato la parola “ripresa” in una promessa a tempo indeterminato.
Oppure la Grecia: il nostro laboratorio preferito, il museo delle cere del futuro altrui. Lì abbiamo sperimentato il nostro menù completo a base di tagli lineari, pensioni evaporate, ospedali sgonfi, suicidi che diventano statistica, e governi eletti che firmano l’opposto di ciò per cui erano stati votati. Un Paese trasformato in un foglio Excel con il Partenone sullo sfondo.
E il bello, Bulgaria, è proprio che, in apparenza, potrebbe sembrarti che uccidiamo le nazioni e che ti riserveremo lo stesso trattamento; la verità è che ti salviamo dalla prosperità che potresti procurarti da sola, nuocendo agli azionisti dei nostri capi al Ministero della Verità! Lo facciamo per il tuo bene!
Ti salviamo togliendoti ossigeno, ti aiutiamo facendoti camminare più lentamente di quanto corre il debito, ti proteggiamo spiegandoti che se soffri è perché non sei ancora abbastanza riformata.
Con l’euro impari una nuova religione:
non c’è peccato che non si espia con un taglio, non c’è errore che non si paghi con una privatizzazione,
non c’è futuro che non debba prima passare dal reparto macelleria e quando ti accorgerai che i prezzi sono saliti più dei salari, che le bollette parlano tedesco e i contratti piangono in bulgaro, che ogni bilancio è una supplica e ogni legge una richiesta di permesso, noi saremo lì a dirti che va tutto benissimo.
perché i mercati sono tranquilli, perché lo spread non si è mosso, perché Bruxelles è soddisfatta.
E se tu non lo sei vuol dire che non hai ancora capito come funziona la felicità moderna.
Noi non siamo una semplice unione monetaria, siamo una famiglia! Una famiglia che ti vuole bene, purché tu obbedisca, una famiglia che ti aiuta, purché tu ringrazi, una famiglia che ti ascolta, purché tu non parli troppo. Entrando qui non perdi sovranità, Bulgaria, no, la condividi. Condividere, nel nostro vocabolario, è una parola romantica per dire “non è più tua”.
Di seguito, una piccola sintesi del protocollo linguistico ufficiale (in continuo aggiornamento):
Se i prezzi salgono, si chiamerà Adeguamento.
Se i salari restano, si chiamerà Prudenza.
Se i giovani partono, si chiamerà Mobilità.
Se protesti, si chiamerà Disinformazione.
Se sorridi, si chiamerà Maturità Europea.
Quindi benvenuta! Benvenuta nell’Euro!
Benvenuta nell’inferno educato, con l’aria condizionata e il sorriso istituzionale. Fa caldo qui, ma ti piacerà, ti abituerai, e quando smetterai di lamentarti, sapremo che il processo è completato.
Con affetto.
Con rigore.
Con spread.
Il Ministero della Verità
Dipartimento Psicopolizia Monetaria
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