LA NATO HA GIÀ DECISO: QUESTA GUERRA S'HA DA FARE

Il Segretario Generale Rutte l’ha detto in inglese.
Noi, che vi abbiamo talmente ipnotizzati con anni di narrazioni calibrate che ormai potete solo scuotere la testa e dire ‘sì, certo’, possiamo permetterci di essere spudorati (tanto siete tutti o coglioni o rincoglioniti, e comunque perfettamente addestrati a non accorgervi della differenza): i nostri azionisti hanno deciso che è ora di prepararvi a morire un po’ (voi, i vostri figli, meglio se entrambi coi vostri nipoti).

Per carità, lui la chiama “mentalità da tempo di guerra”.
Ma qui dentro sappiamo tutti come funzionano le cose.

Quando la dirigenza comincia a evocare i nonni e i sacrifici, vuol dire che qualcuno, molto più in alto di tutti noi, ha già stabilito che l’Occidente così com’è non può più campare della rendita di guerre, genocidi e colonialismi dei bei tempi andati.
Bisogna rimettere in riga il pianeta.
E a pagare sarete voi — come sempre.

Rutte parla della Russia, del suo impero, delle sue intenzioni.
La verità è che la concorrenza globale non riconosce più la nostra autorità e i nostri padroni non intendono farsi prendere a schiaffi da sti popoli di serie B, da sti barbari che, inspiegabilmente, hanno avuto l’ardire di prosperare senza chiedere il permesso.
Questo, dalle nostre parti, si chiama errore strategico da correggere.

E allora eccoci qui: si ricomincia il caro vecchio riarmo, con la solita narrazione dell’emergenza, delle sirene, della minaccia. .
Sì, certo, vi abbiamo che potenziarci bellicamente serve a ‘evitare la guerra’ e a ‘rafforzare la deterrenza’, anche se la storia urla l’esatto contrario (perché ad ogni riarmo corrisponde una guerra)… ma ehi, chi vi ha mai autorizzato a pensare?
Vabbè dai, oggi ci sentiamo svergognati e parliamo terra terra: il nostro scopo non è la pace, né la deterrenza: è rimettere ordine nella gerarchia del mondo.

E se per farlo serve mandare nelle fosse comuni qualche generazione… beh, la storia dice che le élite non hanno mai avuto molti problemi a usare i popoli come materiale da costruzione.

C’è poi il grande tabù, quello che nessuno pronuncia mai: siamo troppi.
Troppi per le risorse, troppi per la ricchezza che non vogliamo redistribuire nemmeno per sbaglio, troppi per un sistema che pretende crescita infinita su un pianeta finito.

Rutte non può dirlo, ma chi lavora qui dietro lo sa: una “crisi prolungata” è molto più comoda di qualsiasi riforma sociale.
La guerra rimette le cose in scala.
Fa spazio.
Riordina.
E, attenzione: non è una guerra qualunque.
Questa, quando gli storici avranno finito di litigare tra loro, la chiameranno Terza Guerra Mondiale.
E non inizierà con un lampo atomico, ma con un consenso costruito a piccoli cucchiaini, con la paura distribuita a rate, con la retorica dei valori che deve coprire il rumore dei bilanci che si svuotano.

A livello spirituale — perché i nostri padroni lo spirito ce l’hanno eccome, solo che è fatto di azioni, materie prime e previsioni a vent’anni — questa guerra serve a ristabilire chi comanda davvero sul pianeta.
Non importa il colore delle rivoluzioni, non importa la rabbia dei popoli: la plutocrazia si è messa comoda e non ha nessuna intenzione di farsi rovesciare.

Rutte dice che “dobbiamo essere pronti alla guerra dei nostri nonni”.
Noi, più onesti, vi diciamo che quella guerra la pagherete voi, come i vostri nonni pagarono la loro.
Ma con una differenza sostanziale: loro almeno sapevano perché stavano morendo.
Voi lo scoprirete dal Tweet del giorno dopo.

Il Ministero vi ringrazia per la collaborazione e vi invita ad accettare serenamente il vostro ruolo nella grande coreografia geopolitica, annunciandovi che presto partiranno ufficialmente i reclutamenti per il fronte, anche su questa pagina.

La sicurezza dell’Ucraina è la nostra sicurezza, certo. Nostra inteso di noi élite. Detto tra noi, cari cittadini, sappiamo tutti che la vostra sicurezza non è mai stata la priorità.

E adesso tornate pure a scrollare rifiuti digitali su TikTok, tranquilli. Fra un po’ l’unica cosa che potrete scrollare saranno gli aggiornamenti obbligatori sul fronte, quelli che vi diranno quali pezzi di equipaggiamento recuperare da chi non torna. I piani sono già chiusi, firmati e sigillati.

A voi resta il ruolo di sempre: obbedire, applaudire e offrirvi con devozione al macello strategico.

Militarmente vostro
Iosif Nemesi - Ministro reggente del Ministero della Verità
 

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