La Repubblica, La Stampa e il gruppo GEDI: il mercato che difendevate è venuto a prendervi

Cari giornalisti, cari operatori dell’informazione corretta, cari sacerdoti laici della modernità economica, venite qui.
Sedetevi.
Respirate.

Lo sappiamo: fa male.
Quando il mercato — quello buono, neutrale, razionale — entra in redazione senza bussare, mette i giornali negli scatoloni e vi dice con un sorriso professionale che non è personale, è business. 

Sì, lo sappiamo che, nell’ambito delle dinamiche di mercato avanzate, è noto che la cosiddetta mano invisibile possa, in determinate fasi cicliche, abbandonare la funzione di accompagnamento soft e procedere all’attivazione del pugno esecutivo.
Tale configurazione comporta l’inserimento forzato del suddetto pugno in specifici orifizi sistemici, senza preventiva informativa, senza fase di adattamento e in totale assenza di lubrificazione normativa o ammortizzatori protettivi.
Si ribadisce che la manovra non costituisce eccezione, bensì prassi pienamente conforme ai modelli teorici di riferimento.

Il libero mercato lo fa, lo ha sempre fatto e continuerà a farlo.
Ma non piangete.
Non c’è nulla di cui avere paura.

È il libero mercato, bellezza.
Quello che per anni avete raccontato come inevitabile, totalmente scientifico, adulto, “l’unico orizzonte possibile” (o, per i ThatcherReaganDraghi speaking, "there is no alternative").
Lo stesso mercato che non ama, non ricorda e non ringrazia.
E soprattutto non legge gli editoriali.

Avete sempre spiegato al popolo, con tanta arrogante benevolenza che i diritti sono costi, che le tutele sono rigidità, che la sovranità è una favoletta novecentesca ed anche che la cultura deve stare in piedi da sola, come una startup in garage.

Ora il mercato vi guarda con tenerezza manageriale e vi sussurra all’orecchio: “Se non rendi, ti cedo.
Se non servi, ti ristrutturo. Se piangi, ti auguro buona fortuna.”

Non è cattiveria.
È coerenza.

Il Ministero comprende il vostro smarrimento:
nessuno vi aveva avvertiti che le leggi economiche funzionano anche su chi le difende.
Ma tranquilli.
Nessuno vi sta censurando.
Nessuno vi sta silenziando.
State solo venendo valorizzati dal mercato globale.
È un onore.

E se oggi vi sentite orfani, ricordate quel concetto che avete ripetuto per anni a chi osava dubitare, quello che potremmo riassumere in una roba tipo:“È così che funziona il migliore dei mondi possibili. Cos'è, non vi piace? Allora ditelo che rivolete il comunismo!”

Ecco.
Ora fatevene una ragione anche voi.

Con affetto istituzionale, con comprensione umana, con la dolcezza di chi sa di avere ragione,

Le scimmie dattilografe del Ministero della Verità

Perché la realtà non si discute.
Si accetta.

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