Lode a Israele che ha unito la destra e la sinistra italiane nella gloriosa Alleanza Rossobruna per l’Abolizione del Diritto di Critica

Cittadini, sudditi, contribuenti e aspiranti delatori del Ministero,
oggi celebriamo un evento storico, un prodigio politico che nessun astrologo avrebbe osato prevedere nemmeno dopo tre anni di Saturno storto: la destra e la sinistra italiane hanno finalmente trovato un punto di contatto, un valore condiviso, un anelito comune.

No, non si tratta del salario minimo.
No, non è nemmeno la sanità pubblica.
Certo che no: non è il prezzo degli affitti.
È molto più nobile, molto più alto, molto più spiritualmente funzionale al Ministero.

Hanno deciso, insieme ma separatamente, di equiparare le critiche a Israele all’antisemitismo.

Un traguardo che noi del Ministero salutiamo con l’emozione di chi vede nascere una nuova alba, una nuova era, un nuovo mercato di limitazioni delle libertà civili.

Una comunione d'intenti di questo tipo mancava dal ’46 (e forse pure dal ’38) ma finalmente, dopo anni di litigi, di risse televisive, di accuse di fascismo e comunismo l’un l’altro, la politica italiana ritrova sé stessa nell’abolizione del dissenso.

Celebriamo, dunque, degnamente questo trionfo nazionale, guardando al capolavoro legislativo che le nostre élite ci hanno regalato: due proposte diverse… identiche!
Un’armonia così perfetta che noi del Ministero abbiamo dovuto convocare un brindisi straordinario nel corridoio 3B, reparto Libertà d’Espressione in Disattivazione.

Da un lato, il sempre sobrio e rassicurante Graziano Delrio, che presenta un ddl “per prevenire e contrastare l’antisemitismo” recependo la definizione IHRA — quella che, per comodità, mette nello stesso secchio odio antiebraico e critiche troppo energiche allo Stato d’Israele.
Una definizione che noi adoriamo perché è multitasking: in un colpo solo ripulisce il dibattito pubblico e riposa lo spirito.
Dall’altro lato, e con pari zelo, ecco la versione speculare firmata dal fronte destro — tipo quella di Massimiliano Romeo, Lega — che adotta la stessissima definizione IHRA, gli stessi presupposti, lo stesso profumo di “limiti necessari”, e la stessa promessa non detta ma chiarissima: se protesti troppo, forse stai antisemitando senza accorgertene.

Il risultato? Due testi che sembrano scritti dallo stesso tirocinante del Ministero, solo che uno usa un linguaggio un po’ più inclusivo e l’altro un po’ più securitario.
La sostanza però è musica celestiale: stessa struttura, stessa filosofia, stesso potenziale di imbavagliamento ergonomico e trasversale.

Una vera festa per noi della Psicopolizia: vedere destra e sinistra che si muovono all’unisono, respirano insieme, e colpiscono insieme, è quasi commovente.
Un sogno antico, condiviso, trasversale.
Un ideale che supera i colori, le culture, le correnti, i comizi.

E tutto grazie a un atto di pura magia geopolitica firmato dallo Stato d’Israele, che è riuscito là dove perfino la Prima Repubblica aveva fallito:
unire gli opposti nell’entusiasmo censorio.

Le meraviglie che, a partire da queste proposte, una volta sottoposte a crasi e trasformate in legge, potranno essere realizzate sono (quasi) infinite!
Il Ministero accoglie con gioia infantile — quella gioia limpida che brilla negli occhi dei burocrati quando vedono una nuova restrizione — questo nuovo corso democratico e si porta avanti con i lavori, proponendo immediatamente i passi successivi da compiere quando questo splendido progetto contro l'antisemitismo sarà trasformato in legge.
Le nostre scimmie dattilografe hanno individuato 4 punti fondamentali:

1️⃣ La Libertà di Espressione sarà a tempo determinato.
D’ora in poi si potrà parlare liberamente, purché non si critichi Israele, non si critichi chi difende Israele e non si critichi chi critica chi critica Israele, perché potrebbe sembrare una critica a Israele.
Il tutto sarà supervisionato dal Dipartimento dei Respiri Controllati, che vigilerà affinché nessuno sospiri troppo forte quando vede le notizie da Gaza.
2️⃣ Le manifestazioni saranno autorizzate purché non manifestino.
Potrai scendere in piazza?  Certo! Che domande!
Però i cartelli saranno precompilati dal Ministero (“EVVIVA TUTTO!”, “PACE SENZA DETTAGLI!”, “NO OPINION!”), i cori potranno essere scanditi solo in mi minore settima, o in la maggiore settima o al massimo in re major 7 (tre accordi che fanno molto jazz, oh yeah) e la parola “Palestina” potrà essere pronunciata solo previa autocertificazione, sionpass e timbro olografico davidstellato (ma potrà essere anche davidparenzato, perché no).
3️⃣ L’Algoritmo della Purezza IHRA™ sarà la nuova pietra miliare delle discussioni on-line!
Sui social apparirà questa nuova funzione:
“Prima di postare, desideri controllare se stai per dire qualcosa di illegale?”
Se clicchi Sì, l’algoritmo risponde: “Sì, stai dicendo qualcosa di illegale.”
4️⃣ Sarà istituita d'ufficio l'Accademia delle Opinioni Sicure™.
Le università formeranno i nuovi professionisti della critica autorizzata, le nuove figure introdotte saranno le seguenti:
- Analisti della Non-Ostilità Diplomata;
- Responsabili della Narrazione Allineata;
- Esperti in Conflitti Geopolitici a Uso Limitato.
Ogni lezione inizierà con il giuramento:
“Mi impegno a non avere opinioni non supervisionate.”

Finalmente avremo una nuova Italia: più unita, più docile, più masticabile!
La destra applaude.
La sinistra esulta.
Il centro, come da tradizione, si accoda con compostezza.
E noi del Ministero?
Noi festeggiamo.
Perché in questa Alleanza Rossobruna per l’Abolizione del Diritto di Critica vediamo finalmente realizzato il nostro sogno: una nazione in cui tutte le correnti politiche capiscono che la libertà è bella, sì… ma è molto più bella quando è bella ciao, ti saluto vado a Tel Aviv (cara libertà di espressione).

A nome del Ministero della Verità – Dipartimento di Psicopolizia, celebriamo con fervore Israele, artefice involontario ma efficacissimo della più grande pacificazione politica italiana del nuovo millennio.

Che questa alleanza duri per sempre,
e che la critica muoia nel silenzio controllato di un popolo finalmente allineato.

Per l’Ordine, per la Narrazione, per il Ministero.

Amen e awomen.
 

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