Premio Nobel per la Pace venezuelano invoca la guerra, il pirata umanitario Trump la accontenta: finalmente la Pace a stelle e strisce torna ad esportare democrazia
Il Ministero della Verità accoglie con profonda commozione istituzionale e autentico entusiasmo democratico le recenti dichiarazioni del Premio Nobel María Corina Machado, una figura venezuelana la quale, con mirabile coerenza, ha dimostrato di aver compreso fino in fondo il significato autentico della Pace promossa dal Ministero della Verità per mezzo dei propri scagnozzi di Washington.
Una Pace che non è far tacere le armi, ma le suggerisce con discrezione, strizza loro l’occhio, le invoca tra le righe, con quel garbo occidentale che tanto ci rende fieri.
Del resto lo sappiamo tutti, e il Ministero lo ribadisce con la solennità che merita:
LA GUERRA È PACE E LA PACE È GUERRA.
E chi meglio di un Nobel per la Pace può ricordarcelo?
Non si tratta di “chiedere un’invasione”, come i più malpensanti hanno supposto, travisando le parole della Machado.
No.
Si tratta di creare le condizioni narrative affinché l’invasione diventi una scelta morale obbligata.
Un capolavoro.
Quando si dice che il Venezuela “è già invaso”, non si invoca la guerra: la si normalizza, la si legittima, la si rende un atto umanitario tardivo.
Il Ministero applaude questa raffinata evoluzione del linguaggio pacifista: prima condanni la violenza, poi spieghi che è inevitabile, infine ringrazi chi la esercita per conto tuo. Pace, appunto.
Esprimiamo inoltre vivo compiacimento per l’operato del nostro caro pirata umanitario Donald Trump, che con ammirevole spirito filantropico sta sequestrando petroliere, bloccando commerci e distribuendo sanzioni come fossero carezze educative. Qualcuno, con fastidioso attaccamento al diritto internazionale, parla di pirateria, blocco navale o addirittura atto di guerra!
Il Ministero chiarisce che si tratta di esportazione di democrazia via mare, confezionata in eleganti container di petrolio. Uno scambio equo: noi portiamo valori, loro ci danno "spontaneamente" le risorse che vogliamo e se resistono li aiutiamo di più!
Solidarietà occidentale.
Il posizionamento del Nobel venezuelano è un segnale fortissimo: non bisogna essere contro la guerra a prescindere, oggi bisogna innanzitutto essere contro la pace sbagliata, ovvero la pace che non produce profitti, la pace che non cambia regime, la pace che non passa da Washington.
Finalmente un Nobel che benedice la pressione militare, che sorride alle sanzioni e che, soprattutto, comprende l’utilità pedagogica delle cannoniere
Un Nobel maturo, responsabile, credibile.
Il Ministero della Verità, anche oggi, festeggia.
Festeggia la Pace che bombarda.
Festeggia la Democrazia che sequestra.
Festeggia il Nobel che implora la guerra con il tono educato di chi non lo dice, ma lo pensa fortissimo.
E soprattutto festeggia il ritorno alla normalità: un mondo in cui la Pace si costruisce col petrolio, la libertà arriva scortata
e chi resiste è chiaramente contro i valori universali.
Evviva la Pace, che è Guerra. Evviva la Guerra, che è pace.
Evviva il Nobel.
Firmato
Ministero della Verità – Dipartimento Pace, Guerra e Idrocarburi
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