Trump dal Babbuino

“Dottor Babbuino, io non ce la faccio più.
Sta guerra della minchia non la volevo in eredità. Me la sono trovata in salotto come un parente che non se ne va più e che ogni giorno chiede un’altra coperta, un altro prestito, un altro sacrificio.

Questo Zelensky mi entra negli uffici con quella faccia da figurina delle patatine, mi guarda come se fossi il suo unico genitore rimasto in vita e mi parla di guerra come se stessimo discutendo per l’ultimo parcheggio al Walmart. Sempre serio, sempre tragico, sempre con l’occhio lucido, sempre con quella faccia da "se non mi aiuti sei complice del male assoluto". E io capisco, eh, ma non puoi guidare il mondo a forza di sguardi tragici.

Putin invece… Putin è un muro armato di ego. Non parla, ti guarda come se fossi un mobile che ha deciso di portarsi a casa. Ogni volta che provo a chiudere ‘sta storia lui aggiunge un’altra condizione, un altro confine, un’altra linea rossa, un’altra bandierina. Non tratta, perché ormai ha un vantaggio sul campo così grande che solo degli imbecilli possono pensare di imporre qualcosa senza muovergli guerra sul serio. E ogni volta che qualcuno dice “pace”, lui ti chiede un pezzo in più del tavolo perché lo sa, cazzo, lo sa che può permetterselo perché le guerre, dichiarate o no, funzionano così da quando esistono.

A proposito di imbecilli, poi, c’è l’Europa. L’Europa, dottore... l’Europa è quella persona che non paga mai la cena ma ti spiega come devi mangiare. Non conta niente, ma alza il ditino, fa i comunicati, si sente la coscienza del pianeta, e io giuro che un giorno quel ditino finirà in un posto molto buio della loro storia. Io li guardo e penso: porca miseria, se avete tutta questa voglia di guerra, fatela per conto vostro. Io ho il Sud America che mi fuma sotto la porta, ho la Cina che mi cammina addosso in silenzio, ho mezzo pianeta che scricchiola come un ponte vecchio e avrò presto le mie personalissime guerre per fare gli interessi degli Usa e, soprattutto, del Ministero della Verità. Non posso fare da baby-sitter geopolitica a un continente che gioca alla coscienza universale con il culo degli altri.

Vogliono la pace, ma senza pagare il prezzo della mastodontica figura di merda che hanno ed abbiamo fatto (perché, dottore, io sto giocando a fare il gioco delle 3 carte in mondovisione ma la mia nazione, nelle persone dei miei predecessori, ha tante colpe, anche più degli europei, e solo il Ministero della Verità sa quanto cambierebbe la situazione e quanto diverse sarebbero le trattative se gli europei non fossero quella gran manica di coglioni che sono).
Vogliono la guerra, per non perdere importanza geopolitica, ma senza sporcarsi le mani.
Vogliono comandare, ma senza contare.

Io sono stanco, dottore.
Stanco di fare l’adulto in una stanza piena di persone che vogliono solo sentirsi buone mentre il mondo prende fuoco. Mi sono trovato in mano una guerra che, se scoppiasse veramente, potrebbe cancellare tutto il pianeta e per interlocutori ho un gruppo di bambini piscioni che litigano sul tappeto del salotto.
Sono stanco, dottore. Stanco di mediare, stanco di fare il pazzo, stanco di far finta che tutti vogliano davvero la pace quando in realtà vogliono solo giocare a chi ha il cazzo più grosso, senza considerare le implicazioni di quello che fanno. Io vorrei solo un mondo che stesse zitto per cinque minuti di fila.”

(La citazione sarebbe stata registrata, secondo fonti interne al Ministero della Verità che fingono di non esistere, subito dopo l’incontro ufficiale tra Trump e Zelensky a Mar-a-Lago.
Terminata la conferenza stampa, con le bandiere ancora dritte e i sorrisi già in fase di scoliosi, il Presidente degli Stati Uniti sarebbe stato accompagnato in una sala laterale indicata nei documenti come Area Relax per Leadership ad Alta Tensione, arredata con palme finte, una fontana zen e un quadro di un tramonto che non esiste in nessun fuso orario. Lì ad attenderlo c’era Il Babbuino del Ministero della Verità, formalmente accreditato come “consulente per il benessere emotivo dei decisori globali”, in realtà Responsabile del Controllo Qualità della Propaganda e smaltimento dei nervi in eccesso. Secondo il resoconto, Trump si sarebbe lasciato cadere sulla poltrona color crema, avrebbe sciolto il nodo della cravatta e, dopo un lungo silenzio carico di geopolitica repressa, avrebbe pronunciato lo sfogo integrale riportato sopra, con il Babbuino che annuiva lentamente, prendendo appunti su un taccuino intestato PACE (in valutazione). La seduta si sarebbe conclusa con la consegna di una camomilla, una pacca istituzionale sulla spalla e una nota diagnostica classificata: “Sovraccarico da Occidente performativo con tendenza alla sincerità non autorizzata.” Il verbale è stato successivamente archiviato nella cartella Leader Vari – Emozioni non conformi, da cui – come da prassi – ogni tanto qualcosa esce. Per errore, sempre per errore, sia chiaro)


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